Anche il Fashion System impegnato per ridurre il riscaldamento globale. Da Stella McCartney a Vivienne Westwood, le provocazioni e le scelte di campo di stilisti e maison

REGGIO EMILIA – Anche nella moda si può rinunciare. Alle pelli, alle pellicce,alla lana mohair. Esempi di lotte ambientaliste che tanto sentiamo risuonare come echi tra le pagine dei giornali, ma che molto spesso lasciamo inascoltati, non riflettendo sul fatto che proprio con le nostre scelte, potremmo contribuire a essere parte di un cambiamento epocale. Quelle stesse svolte che gli storici chiamano cesure, in grado di imprimere una trasformazione irreversibile nei destini dell’umanità. Perché parlare di rinunce? Perché la moda è la seconda industria più inquinante al mondo dopo quella petrolchimica e, dunque, la produzione di vestiti è un fattore determinante per controllare lo stato di salute del nostro pianeta. Lo sanno molto bene i grandi nomi del Fashion System, vedi alla voce Stella McCartney. La designer londinese ha redatto una carta per le Nazioni Unite con le indicazioni a cui attenersi per ridurre l’impatto della moda sull’ambiente e dove, tra i sedici punti dichiarati, chiede maggiori impegni  da parte dei suoi colleghi.

Nello stesso periodo Chanel ha annunciato il suo impegno futuro a non utilizzare pelli esotiche, tipo coccodrillo e lucertola per intenderci. Nota anche la scelta di John Galliano di rinunciare, come già in passato avevano fatto Versace e Gucci, alle pellicce. Ultima in ordine cronologico è stata Vivienne Westwood che, durante la settimana della moda londinese, ha portato in passerella una sfilata dove i suoi modelli hanno parlato di molti temi hot del momento, tra cui il climate change. Un vero atto politico, segno che la richiesta a una sostenibilità più alta, all’interno della filiera di produzione, sarà un fil rouge futuro per le settimane della moda prossime, e che crescerà stagione dopo stagione. Il 15 marzo sarà organizzata una manifestazione a livello globale per scioperare sul clima. “Quel giorno scenderemo nelle piazze come cittadini, senza loghi di appartenenza a  nessuna associazione, partito politico, sindacato”, si legge sulla pagina dell’evento. Anche quel giorno, se vorremo, rinunceremo a qualcosa in nome dell’ambiente.

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