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Tragedia a Latina: Paolo, 15 anni, vittima di bullismo si toglie la vita

La comunità di Santi Cosma e Damiano, nel sud della provincia di Latina, è sconvolta dalla morte di Paolo Mendico, un ragazzo di 15 anni che l’11 settembre 2025 si è tolto la vita nella sua cameretta, poche ore prima dell’inizio del nuovo anno scolastico2.

Una storia di dolore e silenzi

Paolo era un ragazzo sensibile, appassionato di musica — suonava il basso e la batteria — e amava andare a pesca con il padre. Ma dietro la sua dolcezza si celava un tormento profondo: anni di bullismo, scherni e umiliazioni che lo hanno accompagnato fin dalle scuole elementari3.

Secondo la famiglia, il bullismo ha avuto sia una componente fisica che psicologica. Paolo veniva deriso per la sua statura minuta, per i suoi capelli biondi lunghi, e per il suo carattere gentile. Lo chiamavano “Paoletta” o “Nino D’Angelo”, lo aspettavano nei bagni per aggredirlo, e persino alcuni insegnanti sarebbero stati complici di episodi di vessazione.

Le denunce ignorate

I genitori, Giuseppe Mendico e Simonetta La Marra, raccontano di aver presentato ben 15 segnalazioni tra le scuole frequentate da Paolo, inclusa una denuncia ai carabinieri già in quinta elementare, quando un compagno avrebbe minacciato Paolo con un cacciavite di plastica2. Tuttavia, secondo loro, le istituzioni scolastiche non hanno mai attivato i servizi sociali né preso provvedimenti adeguati.

La preside dell’Istituto Pacinotti di Fondi, Gina Antonetti, ha respinto le accuse, sostenendo che non vi siano state segnalazioni formali e che lo sportello psicologico non aveva rilevato criticità4. Ma la famiglia insiste: “Ci sono decine di chat, quaderni con note firmate dagli insegnanti, e discussioni nei gruppi scolastici che dimostrano tutto”.

Le indagini in corso

La Procura di Cassino ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. Sono stati sequestrati i dispositivi elettronici di Paolo e di alcuni suoi compagni per analizzare eventuali episodi di cyberbullismo. Il Ministero dell’Istruzione ha avviato ispezioni nelle scuole frequentate dal ragazzo3.

Un messaggio straziante

La sera prima della tragedia, Paolo avrebbe scritto nella chat della classe: “Conservatemi un posto in prima fila”, una frase che oggi assume un significato devastante.

Questa tragedia non è solo il dramma di una famiglia, ma un grido d’allarme per l’intera società. Il bullismo, se ignorato, può diventare una condanna silenziosa. Paolo merita giustizia, e la sua storia non deve essere dimenticata.