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L’Islanda si prepara a un’eruzione vulcanica?

Da fine ottobre, la penisola di Reykjanes, situata a sud-ovest dell’isola, è stata interessata da un intenso sciame sismico. Sono state registrate più di 22.000 scosse, di cui ben 1.400 solo nella giornata di venerdì 10 novembre.

Secondo gli esperti, l’attività sismica è un segno che il magma sta risalendo verso la superficie. I vulcanologi hanno dichiarato lo stato di emergenza e hanno evacuato la città di Grindavík, situata a circa 50 chilometri dalla capitale Reykjavík. Finora l’eruzione non c’è stata ma le strade del paese, l’acquedotto e il sistema fognario sono già stati danneggiati perché il suolo si è sollevato e spaccato in più punti a causa del movimento di magma, cioè di roccia fluida.Islanda, allarme eruzione del vulcano: Reykjavik evacuata. Un'italiana a  guardia del magma: «Non dormiamo

La possibile eruzione del vulcano Fagradalsfjall potrebbe avere un impatto significativo sull’Islanda. L’eruzione potrebbe causare danni alle infrastrutture e all’ambiente. Inoltre, potrebbe provocare l’emissione di cenere e gas nell’atmosfera, che potrebbero avere conseguenze per la salute umana e per l’ambiente.

I geologi ritengono che i terremoti delle ultime settimane siano il preludio di una nuova eruzione e siano dovuti al fatto che il magma sta rompendo degli strati rocciosi nel sottosuolo nella sua risalita verso la superficie. A differenza dei casi precedenti però stavolta si teme che l’eruzione possa coinvolgere una maggior quantità di magma e avvenire vicino o in corrispondenza di zone abitate: oltre a Grindavík, è stata evacuata anche la Laguna Blu, la famosa piscina geotermale all’aperto che è una delle principali attrazioni turistiche dell’Islanda, e la vicina centrale elettrica geotermica di Svartsengi. L’Islanda ha un sistema di allerta vulcanica ben sviluppato, che permette di avvertire la popolazione in caso di pericolo.

I turisti che si recano in Islanda dovrebbero prestare attenzione  alle indicazioni delle autorità locali. È in ogni caso escluso che l’eventuale eruzione possa causare grossi problemi al traffico aereo internazionale come quelli dovuti all’eruzione del vulcano Eyjafjallajökull nell’aprile del 2010.