Nel cuore di Procida, tra le mura secolari di Palazzo d’Avalos, ha preso vita una mostra che è molto più di un’esposizione: è un viaggio nell’anima di Massimo Troisi. “Il Postino dietro le quinte – I volti di Massimo Troisi”, curata dal regista Stefano Veneruso, nipote dell’attore, è stata inaugurata nell’ambito di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022 e ha raccolto opere, oggetti personali e testimonianze che raccontano la poetica, la fragilità e la forza di uno degli artisti più amati del cinema italiano.
Massimo Troisi, nato a San Giorgio a Cremano nel 1953, è stato definito il Pulcinella senza maschera. La sua comicità, lontana dagli stereotipi, era fatta di pause, sguardi, esitazioni: un linguaggio emotivo che parlava direttamente al cuore. Nei suoi film – da Ricomincio da tre a Il Postino – ha saputo raccontare l’amore, la solitudine, la timidezza e la speranza con una delicatezza rara.
La mostra ha esposto 66 opere di 49 artisti, tra cui Lello Esposito, Armando De Stefano e Filippo Bragatt, che hanno interpretato Troisi con tecniche e stili diversi. Tra gli oggetti più iconici, la celebre bicicletta de Il Postino, simbolo dell’ultima interpretazione dell’attore, girata proprio a Procida poco prima della sua scomparsa nel 1994.
Un’opera speciale, “Eccomi qui – Pulcinella per Massimo Troisi”, una scultura in bronzo con dedica incisa, è stata esposta per la prima volta: un omaggio intimo e potente, proveniente dalla collezione privata dell’attore.
Troisi non ha solo lasciato film, ma un modo di essere artista: vulnerabile, autentico, capace di trasformare il quotidiano in poesia. Come ha raccontato Veneruso:
“Massimo non ha dato la vita per Il Postino, ma ha pensato di poter cambiare il mondo con la poesia.”
La mostra ha voluto restituire proprio questo: i suoi volti, le sue visioni, la sua umanità. Un invito a guardare oltre la comicità, per scoprire l’uomo che ha saputo far ridere e commuovere con la stessa intensità.